Come imparai a preoccuparmi e a non incontrare una modella per una settimana
Domenica
Mi fa male la gola. Tappato in casa dormo più del solito, mangiucchio, leggo e scrivo. Non chiamo nessuno per l’improvviso concerto dei Devics che inizierà troppo tardi in un centro sociale troppo fuorimano. Meglio, che inizierà senza di me troppo tardi in un centro sociale troppo fuorimano.
Lunedì
Domenica tiene una lezione sul problem solving. Ci mostra il portiere dell’albergo di Playtime, che finge di aprire una porta a vetri mimando l’azione nel vuoto con la maniglia. Anzi, no. Ci mostra tutta la scena della festa. Io inizio ad avere pure la tosse. Nel tentativo di farmi fuori mi scelgono come portavoce per l’InBasket, in quanto le mie scelte personali sono quelle più simili alle decisioni prese in gruppo. Bisogna saper delegare e quando devi comunicare qualcosa, fallo di persona. Per esempio io vi dico che lunedì sera non sono uscito. Non ho avuto il coraggio, però prima. Non ho avuto il coraggio di cercare un biglietto per i Blonde Redhead al Teatro Studio, perché ero certo che non l’avrei trovato e la delusione sarebbe stata troppo forte.
Martedì
La gola è secca, gonfia e arrossata. La tosse disturba il sonno. Non mi fornisce sollievo non sapere se ho la febbre perché mia madre ha messo in valigia il termometro Chicco che usavo quand’ero neonato e l’ho provato solo sotto l’ascella. Il masterando dell’anno scorso che presenta una delle attività che potrei svolgere da Aprile in avanti è fidanzato con una ragazza che stava sul calendario Pirelli dello scorso anno. Ma lei non ci è venuta a trovare.
Mercoledì
Mi fa male pure il pancino. Al colmo della sofferenza psicofisica vado a dormire presto. Là fuori qualcuno ci pensa.
Giovedì
L’impresa ci vuole e maschera colloqui per l’assunzione sotto forma di presentazione di future attività di formazione. Sara non riesce a prenotare per Le Vibrazioni, che registrano un concerto per la radio. Hanno cercato in tutti i modi di convincermi a seguirli, ma solo per un attimo sono stato sfiorato dall’idea. Io ho crisi di ridarola quando leggo questo. Dopo una settimana in casa si esce e, non conscio delle conseguenze, scelgo un posto a caso dove andare a bere qualcosa. Il Gioia 69. Entriamo e sfiliamo su faretti che ci illuminano dal basso. Su schermi piatti va in onda un film francese in bianco e nero con Lino Ventura. Una DJ anche qui. Alessandro mi chiede della DJ. Ha troppe rughe, dico. Alessandro mi chiede della musica. Ha troppe rughe, dico. Sono tutti più grandi, più eleganti, più qualcosa di noi. Le donne indossano persino le minigonne senza calze. Non c’è la torta della festa di compleanno privata di cui parlavano i portieri all’ingresso. Poi arriva Giorgio Mastrota, stringe mani e sorride.
Venerdì (E Remix)
È l’ora del party e lei è pronta. Il party è trascinante, meraviglioso e lei si è vestita così meticolosamente. Entra nel magazzino, una terra desolata, alcuni ragazzi, prigionieri nell’abbraccio della stanza, fradici di sudore ballano le canzoni che non mi piacciono. È colpita non favorevolmente, nel vedere quanti hanno deciso di vestirsi in maschera. È giusto? È così buio che riesce solo a scorgere il pallore del flash di una digitale uguale alla mia. Non sei un buon ballerino e la canzone finisce, un’altra le si sovrappone? Tutto senza senso. Ti segue giù al piano di sotto, dove c’è la vecchia scuola e i Run DMC, poi si risale. Restiamo in un angolo, aspettiamo, ascoltiamo la musica, musica che non ci dice niente, suona forte e basta, il solito ritmo ottuso e straniante che ci tiene in trappola, che ci impedisce di muoverci, e all’uscita di questo posto non ascoltiamo la prima voce in due ore (Donna Summer) – è finita. Andiamo via, verso il finesettimana, guardo in basso, le luci della città.
Sabato
Alle Messaggerie sfoglio le riviste mentre i miei colleghi cercano libri in inglese. Cerco di fare colpo su inesistenti indiesnob circostanti lamentandomi con Saverio delle copertine ai Darkness. Miss Peaches deve essersi servita dalla mia stessa catena di dentisti in franchising. Prima di cena l’Azienda Municipalizzata Servizi Ambientali ci offre il soundcheck di Gene Gnocchi che canta imbacuccato Rocking In The Free World e altri classici rock, zompando sul palco. Il Walter Matthau italiano sembra l’Iggy Pop italiano col mal di gola e col cappello di lana. Io, non ho più mal di gola.
(finto punk funk)
29.2.04
(Non) (siamo) (soli)
Anche Pharrell a Milano mette il piumino. Secondo me pure la maglia della salute.
Il no-futuro è il rosa?
Parte 1
Cecio: Ho bisogno di qualcosa per il sottofondo di un video in cui facciamo snowboard. Qualcosa di veloce, tirato e un po’ punk.
maxcar: Non so, fammi pensare. Potresti mettere qualcosa dei NoFX o dei Bad Religion.
Cecio: Teh, ma sono cose di dieci anni fa.
maxcar: Ehm, negli ultimi tempi non ho frequentato molto il genere. Le mie conoscenze risalgono a quel periodo. Cerco un po’ e ti faccio sapere, ho in mente qualcosa. (disse lui mentendo spudoratamente e avendo come unica risorsa il sito della Epitaph).
Part B
invio un mp3 per posta elettronica
Cecio Re: Pezzo Punk: Grazie, non è per niente male ma non mi esalta troppo.
maxcar Re: Pezzo Punk: Te credo. È Pink, mica punk.
Finale
Il video.
La canzone del giorno
La Moda Del Lento / Gomma - Baustelle
24.2.04
Són
I Sigur Rós hanno pubblicato solo su iTunes un EP intitolato Ba Ba Ti Ki Di Do, tre tracce intitolate con i precedenti tre gruppi di due monosillabi. Si tratta della musica composta per il balletto Split Sides di Merce Cunningham. Il balletto ha come sottofondo anche due composizioni dei Radiohead. Queste cinque sezioni vengono eseguite sorteggiando ogni volta uno tra i possibili 2 elevato alla 5 ordinamenti - ma non dovrebbero essere il fattoriale di 5? Ad un primo ascolto sembra che i Rós abbiano sbattuto la testa, frequentino troppo i Radiohead e credano di essere i Múm, senza gemelle e con un tripudio di carillon e percussioni gnome. In Di Do nell’unico momento in cui cambia la solfa c’è anche un pianoforte e la voce campionata è quella del ballerino.
Chelsea Girl
sottotitolo: Google.it and the city
3 AM. O in un'altra parte del mondo le 9 PM. Sei una ragazza a New York. E la cosa più interessante che hai da fare è cercarti nei blog?
Vagiti
Le prime parole (logorroico dall’inizio).
Il mondo è grigio
Non è un granché per cui battersi ma il ritiro del Grey Album, ottenuto dal Black Album di Jay Z e dal White Album dei Beatles e bloccato dalle major coinvolte, ha provocato un’azione di disobbedienza contro il babau copyright.
La scrittura di Johnathan Donahue
Il carattere di Johnathan Donahue dei Mercury Rev. Potrei sfottere l’operazione, ma la mia grafia è peggio della sua.
Echi
Cos’è più musicale, un camion che passa davanti a una fabbrica o un camion che passa davanti a una scuola di musica?
La canzone del giorno
Susanna Little - Grant Lee Phillips
23.2.04
Le INterviste INpossibili a maxcar: Dare or Avere
Questa è la trascrizione dell’intervista che ho concesso ieri all’edizione italiana di Sports Illustrated. Madonna si è mostrata gentile e interessata, anche se risentiva un po’ del fuso orario.
Sono qui a Milano per la settimana della moda e S.I. mi ha chiesto di intervistare maxcar, autore del blog FFWD. L’ho incontrato al Caffè Letterario in una piovosa domenica di metà Febbraio. maxcar mi aspetta, chissà da quanto, immerso nella lettura di uno strano libro chiamato Getting It Right. Scoprirò poi da una veloce ricerca su internet che è l’unico libro sul metodo scientifico applicato alla ricerca capace di citare Karate Kid. La dj suona L’Amour à Trois nella versione mixata in 2Many Djs: As Heard In Radio Soulwax Part 6, lui sorride e io arrossisco. Indossa dei pantaloni di velluto e una maglietta dalle maniche lunghe, verde oliva scolorita da finti candeggi, con un confuso ABOU – forse manca una T – e sotto un più piccolo what do you thin. Mi ha chiesto di risparmiarvi convenevoli e presentazioni.
MadCic: Pratichi sport qui a Milano?
maxcar: Rincorro le corse sostitutive della metropolitana, a volte cadendo, e tengo a tracolla il portatile quando vado a lezione.
MadCic: Cosa hai fatto per San Valentino?
maxcar: Non sono rimasto a casa. I single del gruppo sono usciti insieme all’unica coppia che si è formata dentro al master. Ho provato a portarli all’Atomic. L’Atomic ha un ingresso simile a quello di un club privé e se non fosse per la musica che arriva da dietro la porta ti sembrerebbe pure chiuso. Mentre aspettavamo fuori uno dei nostri amici, la dj ha messo Debaser e So You Think You Lost Your Baby. Quando siamo entrati suonava Dreaming Of You dei Coral, ma i posti a sedere erano tutti occupati. In un tavolo un tizio più grande dell’età media circostante stava bendando una ragazza più piccola dell’età media circostante, con un fazzoletto nero. Mentre uscivamo da lì i miei amici si chiedevano perché la bendasse e io ho risposto che quello era un posto alla moda e che quelli erano gli autori di Buona Domenica che stavano provando uno dei giochi per la puntata di San Valentino. In cerca di un altro posto siamo finiti all’Atmosphere, in sottofondo un concerto di Janis Joplin e l’odore del formaggio della macchina per fare i panini. Poi Sara si è accorta che potevamo spostarci anche al piano di sotto, ma non l’avessimo mai fatto. Non sentivamo il formaggio e neanche quasi la musica. Le pareti erano azzurre e ricoperte da quadri che sembravano rifacimenti demenziali di quelli di Frida. Faceva pure freddo. Ma la cosa più grave è che al piano di sotto c’erano soltanto un ragazzo e una ragazza, fino a quel momento soli.
MadCic: Non trovi ormai passé citare qualcuno o qualcosa? Io l’ho capito con Antonacci.
maxcar: Citare? Non ho niente da dire a tal proposito.
MadCic: Come ti definiresti al momento con una sola parola?
maxcar: Depresso.
MadCic: Ti va di parlarne?
maxcar: No, ma mi sento come La Ballade of Lady & Bird. Immagina due chipmunks depressi, Alvin e Brittany, la neve fuori che brucia l’erba della villetta condominiale. Mi ero dimenticato di avere una finestra.
MadCic: Parli sempre meno di musica.
maxcar: Patrizia è una delle mie colleghe, è arrivata dopo le altre. Si parlava del blog e le ho detto proprio questo. Prima parlavo più di musica. Lei mi ha risposto: “Ora straparli e basta?”.
MadCic: Parli più dell’arredamento di casa tua e di vestiti che di musica.
maxcar: Qui sei in errore. Quando un anno fa parlavo di Bonnie ‘Prince’ Billie, in realtà componevo un’ode al comodino di una camera d’albergo.
MadCic: C’è qualche cosa che ancora non hai provato scrivendo di musica?
maxcar: Forse l’enantidromia. Inconsapevolmente ho già stroncato cose per troppa passione e amato altre che mi repellevano. Vorrei farlo consciamente.
MadCic: Non credi che il blog sia il posto meno adatto dove parlare di musica?
maxcar: Non ci sono posti adatti. Ti racconto una storia. In Italia i reality show che sono andati male sono più o meno due o tre, quelli che non andavano in diretta. Uno di questi era trasmesso su Raidue, credo di averne visto una o due puntate. Potevi scambiare due parole con le ragazze, non erano concorrenti, sulla chat del sito. Ero incuriosito da una ragazza che non voleva spettinarsi le sopracciglia e che leggeva Duel. Alcune tra le migliori chiacchierate sul cinema e sulla musica che ricordo, le ebbi coi ragazzi e le ragazze della redazione internettiana e con un amico della ragazza in questione. Ricordo anche che una volta entrai in chat usando come nickname il nome e cognome del capo della redazione, ora noto blogger. Provocai il panico. Da allora registrarono anche i nomi. Se ci pensi però c’è qualcosa di romantico in un reality show senza successo.
MadCic: Non c’è il rischio che il tuo personale abbia la meglio su come giudichi ciò che ascolti?
maxcar: L’ho pensato, ma i danni sono limitati. E poi voi che ne sapete della verità di quello che vi racconto. Anzi, ho in mente una nuova rubrica in cui i dischi vengono raccontati da altri, non da me. Per essere precisi da gente che fa lavori strani.
MadCic: Hai niente da dire sui Franz Ferdinand?
maxcar: Volevo parlarne senza averli ascoltati ma non ce l’ho fatta. Però ti dico una cosa: uno dei riff di Take Me Out mi ricorda il piffero di Get Off di Prince. Ma non sono sicuro che fosse un piffero.
MadCic: Hai mai pensato di scrivere favole o di farti fotografare nudo in compagnia di modelle.
maxcar: Non credo sia già tempo per scrivere la mia autobiografia.
La canzone del giorno
La Ballade of Lady & Bird - Lady & Bird
20.2.04
Ni Ten Ichi Ryu
Una spada a sinistra. Una spada a destra. Pulsatilla "The Bride" sui Rapture.
Alle Tre Marìe
Emmebì, Effeeffevudì e Quarky*. Ovvero, in ordine inverso, quello che stava qui e ora è di passaggio, quello che è qui di passaggio e sta per andarsene e quello che sta qui e telefona per lavoro a Four Tet.
* ma non potevi metterti anche tu l'accento sulla i?
La canzone del giorno
Honey - Tosca
19.2.04
Prima che suoni dalla Carrà
delio prende una posizione critica, a tratti condivisibile, su Damien Rice. Nemmeno lui però mi farà cambiare idea su The Blower’s Daughter e su Amie. (sto invecchiando? Naa, l’anno scorso mi piacevano i Lambchop ed ero più giovane di un anno).
È rinata una stella
I Big Star di Alex Chilton torneranno, aiutati dai Posies.
Vamos?
Un posto da tenere d’occhio.
Tric troc
Vintage Synth.
La canzone del giorno
Lieu - Velma
18.2.04
La mare è come una bela piciula
Momus stronca Lost In Translation, accusandolo di diversi tradimenti (scovato grazie a Clap Clap). Anche lui sottolinea l’affronto dei turisti alla cultura giapponese, vista attraverso stereotipi e luoghi comuni. E detto dal responsabile di Una Giapponese A Roma scappa un po’ da ridere. A proposito di Una Giapponese A Roma, ma come mai nei siti stranieri il testo contiene una bestemmia? Ho io una versione censurata?
Persi nel trasloco*
Credo che per qualche mese, quando mi sposterò e guarderò le date dei concerti, il mio occhio cadrà sulle date di Milano per vedere cosa mi perdo. Alla lista si aggiungono ora anche i Múm con tanto di gemelline e fisarmoniche. Fortunatamente il tour europeo di Four Tet + Stereolab non avrà date milanesi. Incomprensibilmente ci saranno quattro date in Tedeschia. Letto su Tiny Mix Tapes che segnalo anche per il gustoso siparietto sul cd di Four Tet, che tradotto suona un po’ così:
Una volta avevo un cd di Four Tet che saltava e pensavo che la canzone suonasse proprio così. Poi ho sentito una copia dello stesso cd di un mio amico e allora ho pensato di avere il remix di quella canzone! Poi ho sentito delle voci nella mia testa che mi dicevano di saltare
*Michele, questo titolo è bello quanto Lost In Extension.
Collaborazionismi
Non so se le collaborazioni urticano anche voi. Ormai però tutti collaborano con tutti e si è persa la sana abitudine della bolla relazionale. Bono, Sting, Pavarotti, Lou Reed. Dimenticateli. David Hasselhoff, ovvero il Michael di Supercar e il Mitch di Baywatch, si è unito col pinguino più mazziato e più amato del momento ed è nata la Pingu Dance.
Update dell'ultim'ora: una casa discografica tedeschia ha pubblicato in Giappone Pingu Hits (ahahahah) la prima compilation del pinguino, l'unica che contiene la Pingu Dance di David Hasselhoff, presente in copertina col protagonista.
La canzone del giorno
Ciao! - Lush
16.2.04
United Colors of Garibaldi & Pasolini
Un programma radiofonico su internet intitolato Little Steven’s Underground Garage minaccia una puntata sull’Italia con ospite Paolo Zaccagnini (cliccate sul link e ascoltate lo strillone demenziale che annuncia lo spettacolo). Io non ne ho avuto il coraggio, ma se qualche volenteroso si presta, sarò grato per i suoi eventuali commenti.
L’eclisse
Alcuni musicisti ricordano la loro peggiore volta sul palco. Solite cose, se non fosse per un mio momentaneo abbaglio per cui il cantante degli Suede qui racconta di quella volta che cantò con le Donnas.
Sweet Thing, I watch you burn so fast it scares me
Mariolina, perché? Tanta gente viene qui e se ieri non fosse stata la mia giornata settimanale di zapping televisivo, non saprei nemmeno il motivo. Potrei capire il trucco da nipotina di Siouxie uso pubblico semisonnecchiante e i giovani sono un po’ così. Forse anche il vestito da parti di bambola bianco che si arriccia attorno al tuo finto pallore, che sappiamo tutti che sotto il trucco sei scottata dalla nuova collezione di lampade UVA biologiche che ho visto l’altro giorno da Auchan. Ma il resto, Mariolina, perché? Perché cerchi un fidanzato in televisione, come una copia indierock della Lucia di Maria De Filippi. Mariolina, perché ti hanno masterizzato? Mariolina, non dovevamo vederci ieri pome? Dovevi piantare Bonolis e duettare con me. Non abbiamo fatto più i bambini della luna al Teatro Della Luna. Dovevamo cantare Sun A.M. e vestito con l’uniforme non ce la faccio a fronteggiare il pubblico da solo.
UnderWord
Ancora provati dal gioco del pinguino, veniamo aggrediti da una nuova minchiata irrinunciabile. Organizzate anche voi un rave in ufficio, invitate la vostra vicina di openspace all’afterhour predinner, cercate di arrivare alla fine per scoprire il colpo di scena. Il tasso (meglio degli anderuord TM)! Preferibile dotarsi di fischietto. Non rispondiamo di eventuali attacchi epilettici.
La nuova Europa: L’Affronto
Sì, proprio un affronto. Ci si è sbattuti tanto per la causa della musica polacca e gli italiani mandano al primo posto in classifica una sciacquetta rumena chiamata Haiducii che canta una canzone intitolata Tina Lagostena Bassi o Dragostea Din Tei o giù di lì. Non bastasse questo, gli italiani si sono fatti filologi e hanno scoperto che la canzone è una cover di un successo dell’anno scorso di una boy band rumena chiamata O-Zone e allora vai con pure con i pruriti adolescenziali d’oltre Cortina: nella consueta giornata settimanale di zapping televisivo ho beccato già il loro video su All Music. Esaminerò dati ISTAT per capire dove ho sbagliato.
La canzone del giorno
When The Sun Hits - Slowdive
14.2.04
Ommamma
'Cause tonight is just like any other night
That's why you're on your own tonight
With your triumphs and your charms
While they're in each other's arms
che la bossanova sia con noi me
La canzone del giorno
I Know It's Over - Pale Sunday
11.2.04
L'attimo in cui mi svegliai
Il gatto di miss Buonaluna sfreccia su un prato bruciato dal freddo. L'erba diventa presto cemento e il gatto stringe in bocca l'ibisco per il letto di Sergio. Mentre esce da Montparnasse inciampa su scarpe di bambola, i bambini corrono mentre diventano verdi. La donna ripete il numero per far sciogliere il burro in padella. Sul bordo della strada un uomo in giacca e cravatta macina il cd con un mostro giallo dagli occhi verdi e azzurri in copertina. Se lo inietta in vena. Tutto questo non è in ordine. Quattro arpie dai capelli biondi e rossi sospirano il rosa, senza più rumore.
Plan 9 From Open Space
È ufficialmente partita la fase due. Manca ancora un mese e mezzo e non ho ancora cercato/trovato casa (questa volta però non faccio l’errore dell’altra e provo pure qui sul blog: se avete una villa da due piani tra Bari e Modugno, situata davanti al mare e dotata di cinque camere + salone delle feste, fatevi sentire al mio indirizzo). Manca molto, dicevo, ma ha preso il via la procedura ufficiale: il primo carico di bagagli in foggia di singolo trolley molto pesante e dal piedino di sostegno spezzato è stato preparato per raggiungere il campo base siculo ai primi della prossima settimana, grazie all’aiuto degli amati genitori al momento in giro da qualche parte nelle lande cuneesi. Contiene dieci cd di x che ho portato con me, libri che ho (iniziato e) finito di leggere qui, testi tecnici e appunti universitari che non sono per niente serviti per quello che ho fatto finora, tutti i dvd che avevo portato con me, numero uno pantalone rovinato da un lavaggio avventato che non si butta perché prima o poi il modello oversize con tasche laterali andrà di moda aderente e alla zuava, cavi per collegare il portatile alla tivvù inutilizzati, vuota agendina elettronica che fa finta di essere un palmare e i cd di ripristino del portatile personale – incrocio i ditini a tal proposito.
Le canzoni del giorno
Define A Transparent Dream / Can You Come Down With Us? - Olivia Tremor Control
9.2.04
Tre scatti per un euro
Ho ascoltato una marea di dischi anch’io, ma non ho avuto il tempo ultimamente per esplicitare dubbi, delusioni e amori. Visto che non sono bravo coi numeri, che non mi andava una serie di 32 piccoli post tranchanti stile titolo-nome-fraseaeffetto e che comunque oggi voglio che queste righe si riempiano, colgo l’occasione per unire qui frattaglie sconnesse a vario titolo. (Cercavo solo di fare un collegamento tra tre ragazze e un ragazzo che all’apparenza non sono legati da niente).
Ho scoperto che il vero nome di Lonia differisce solo per due lettere. Da quel giorno ho riscontrato un pericoloso incremento dell’uso di canarini in musica (cfr. What It Was Will Never Again dei Telefon Tel Aviv).
Ho proseguito il modulo di formazione comportamentale, con una lezione su come parlare in pubblico. La ragazza ha esordito scegliendo come ice-breaker, così ha detto che si chiamano, una scena del diario di Bridget Jones. Quella della pertica. Mentre lei avanzava velocemente la cassetta per arrivare al momento giusto, uno dei miei colleghi scettici ha chiesto, entrando in aula, “Ma ci vediamo Sex & The City?”. Io ho risposto che, no, ormai è finito, trattasi di Bridget Jones. Dopo aver terminato la frase, girandomi verso di lei, mi sono accorto che avevo di fronte una grafica via di mezzo tra Guia Soncini e una ragazza nominata in queste righe altrove (i più attenti ricorderanno. Chi non ricorda non si faccia problemi come tutte le volte che faccio un riferimento criptico e nei commenti nessuno chiede lumi, che sembra che venite qui solo per sapere se mi è piaciuto il nuovo Múm. Per inciso, il nuovo Múm è inconcludente e le piccole morti a volte sono le più tristi). Che la mia situazione abbia influito sulle mie abitudini non è un mistero. Non leggo la Soncini da molto tempo, ma la vedo anche meno citata in giro che in passato. La ragazza ha ripreso con una videocamera le presentazioni di alcuni di noi e quindi le ha commentate, ha commentato i gesti, le parole e le non parole, diciamo. Pranzo con lei e si parla di (fil)Adelfia, Bologna, Milano e Palermo. Poi nel pomeriggio ha perso il controllo dell’uditorio. Gli scettici l’hanno presa di petto mentre spiegava come reagire a provocazioni e a domande ostili e a differenza della sardo-siculo-bolognese non aveva dalla sua la psicologia, ma solo un set di prescrizioni coi nomi spesso in un inglese irritante che le dicevano dove e quando agire. Di seguito, divisi in due gruppi, abbiamo simulato una riunione, sempre registrati. Il nostro gruppo ha scelto di prendere in giro certa retorica, menzionando nel programma chairman, roadmap, hotel hilton and so on. Mentre gli altri avevano il segretario, nel nostro io facevo l’eminenza grigia. Domenica cercava di trattenere le risate, mentre guardava in camera gli altri e sentiva noi con la coda dell’orecchio. Domenica ha trentanni ma sembra una venticinquenne che dimostra trentanni. Ci siamo separati a Piola, andavamo verso due stazioni diverse. Mentre lei comprava il biglietto dell’ATM, io ho superato le file e l’ho aspettata davanti le scale. Allontanandosi dall’edicola, non mi trovava e vagava con uno sguardo sperso. Le ho fatto un cenno col braccio e le ho sorriso come in un ennesimo pessimo film. Ci rivedremo tra quindici giorni e ci parlerà di problem solving.
Ho sentito un dialogo di due trentenni all’uscita della mia solita razzia fnaccosa. Lei gli diceva: “Ma stai scherzando?! Come fa a sostenere il nazismo?! Lei è quella che ha scritto Scióccoleit”.
Americana
Continuano le elettriche scoperte musicali sui candidati presidenti ‘merigani. Tra un po’ ci diranno che Bush Jr era la vera voce di Double You e che il grande sconfitto scrisse sia I Fought The Law che la colonna sonora di Mary Tyler Moore. Ecco cosa succede a far sapere in giro che ci piace ascoltare musica.
Cry Baby, This Is Pop
Se cercate qui foto dei seni nudi di Janet Jackson, vi dovete beccare pure le tette nude di Justin Timberlake.
Le canzoni del giorno
Need To Be / Margerine Melodie / Vonal Declosion - Stereolab
6.2.04
Qualcosa di stupido (si basano sui film)
Se latito ci sarà pure un motivo. Per esempio, potrebbe essere perché prendo sempre la decisione sbagliata o più semplicemente manco per colpa di giochi e iniziative stupide. In questi giorni ho sentito canzoni diventare ninne nanne, ma non ne avevo bisogno perché oggi ho sonno e domani mi sveglio mezz’ora dopo. La versione di Music Sounds Better With You poi è pure inquietante, mi chiedo come ci si possa addormentare sentendola. Ho giocato al gioco del cinema invisibile: hanno cancellato facce e mani da scene famose di film e bisogna indovinare i titoli, ma non vi dirò i miei risultati che poi faccio la figura di quello bravo/scarso. Ho comprato un quadretto a uncinetto, ma l’autoregalo non era abbastanza consolatorio. Poi ho scoperto quello che cercavo da tutta la vita e ci ho passato sopra otto ore: i Dub Selector della Infinite Wheel. Grazie, Ok Go.
Mi vedo scritto su tutti i muri
Ieri, mentre sorseggiavo una rossa comsì comsà sotto questo muro e prima di imbattermi per caso in due giovani e carine conoscenze, ho pensato un gioco, meglio una scommessa. Se il futuro vincitore inserirà nella sua opera un richiamo gigante a FFWD – vanno bene i due triangoli o anche le quattro lettere – impiegherò per la prima volta un’immagine nel corpo del blog.
Listen all of y’all, it’s a sabotage
Come rovinare un concerto per gioco.
Fingi una rissa con un tuo amico durante il pezzo più lento e romantico.
Cerca di fare scritturare il tuo gruppo come spalla per l’apertura e suona tutta la scaletta del gruppo principale.
Convinci i circoli nazi locali che il gruppo è formato da ex membri degli Skrewdriver.
Chiudi la band nel camerino prima dei bis.
Non fare niente.
La canzone del giorno
Complicated Game - XTC
3.2.04
At The End Of The Road
Premessa dovuta: l’ho ascoltato solo una volta e qui lo dico e qui lo nego. Ma perché Map Of What Is Effortless dei Telefon Tel Aviv mi fa venire il rimorso di aver regalato, quando ancora ero un incosciente, un terzo di un singolo dei Boys II Men ad un’amica dell’ormai ex-ragazza di un mio ex-compagno-di-scuola per il compleanno, senza peraltro poi andare alla sua festa?
s(W)ingin’ Milan
Dialogo di un venerdì sera prima di scoprire che l’assenzio è uguale all’anice, che le cameriere fanno finta e che se ho passato tutta la mia infanzia da bohemien allucinato, com’è che non me ne sono accorto e non ho scritto una canzone sull'acqua e zammù da cantare a San Remo? A Palermo l’anice si chiama zammù. Acqua e zammù, prima iò e dopu tu.
Amica col nome che inizia per B: Che avete fatto poi lo scorso weekend?
Blogger col nome che inizia per M: Mah, niente. Sono tornati tutti a casa. Venerdì ho riposato, sabato mi sarebbe piaciuto andare a vedere un certo concerto ma, per via di certe circostanze, delle congiunzioni astrali sfavorevoli, delle maree*, poi non sono andato.
A: Anche noi dovevamo andare a vedere un concerto. Suonava il gruppo in cui canta il ragazzo di una mia coinquilina. Hai presente Mezzago, fuori Milan-
B: Ma dovevi andare al Bloom?
A: Sì, proprio lì.
B: Ma allora la tua coinquilina sta col cantante dei Giardini Di Andrea** Mirò?
A: Ah, li conosci? Io non sapevo chi fossero prima. Comunque lei non abita più in casa con noi, è andata a [omissis].
B: E tu condividevi casa con la ragazza del cantante dei GDM e non mi hai detto niente?
A: Ma forse te l’avevo detto.
B: Non so, non ricordo.
A: Ma è importante?
B: Boh.
Note a se stesso:
1. Quando ti invitano a salire a casa di amiche non rifiutare mai.
2. Ma la ragazza non sarà stata per caso la stagista di Mondadori che scriveva le lettere finte per la posta del cuore di Confidenze per le donne?
* nel discorso originale potrebbero non essere state nominate circostanze e/o congiunzioni e/o maree
** probabile aggiunta apocrifa
Buy In? Pubblicità? Una semplice apocalisse in arrivo?
In pochi si ricorderanno degli Snow Patrol. Alla fine dei Novanta, quando tutti erano matti per la Scozia, spuntarono anche gli Snow Patrol. Il loro primo nome era Polar Bear, ma avevano dovuto cambiare perché un gruppo americano si chiamava così. Sebbene vivessero e studiassero in Scozia, i componenti erano originari di Belfast. Gli Snow Patrol erano famosi più che altro perché condividevano l’etichetta coi Belle & Sebastian, l’ormai scomparsa Jeepster. Poi questa settimana, dopo anni di oblio o meglio di uscite per una major considerate soltanto dalla parentela stretta, accade l’impossibile. Nuova entrata diretta al quinto posto di Run nella classifica inglese dei singoli (link che vale per una settimana), con buona pace di Emma Bunton, Lostprophets e Pink. Ritenendo la canzone piuttosto anonima ed essendo incerto sul significato della circostanza, mi chiedo chi saranno i prossimi? Bis? Lush? Drugstore?
La canzone del giorno
Luglio 1992 - Gatto Ciliegia Contro Il Grande Freddo
1.2.04
Sad songs, don’t stay till the end
Un signore sui sessant’anni ha visto il concerto a qualche metro da me, poi si è spostato ed era lì accanto, alla mia destra. Teneva le braccia conserte e, quando sono usciti dal palco per la terza birra, è corso via, come se la moglie lo aspettasse a casa e come se dovesse tornare per una certa ora. O forse pensava solo che il concerto fosse terminato. Quattro ragazze alla mia sinistra, davanti a loro quattro ragazzi visibilmente poco interessati a loro – l’ho intuito dalla loro altezza che impediva alle fanciulle una visione decente del palco. Due ragazze e un ragazzo davanti a me: presto il ragazzo ha cinto la vita di una delle due, l’altra controllava nervosa il cellulare e almeno non lo ha usato per scattare foto, come tanti invece hanno fatto e mi chiedo se abbiano mandato la foto al proprio numero. Io sono troppo lontano, qui c’è troppa gente e mi ritrovo immobile al lato destro, troppo distante per fare foto decenti con la mia digitale che deve ancora essere riparata. Verrano tutte mosse, credo. I Mogwai, non ricordavo le loro facce, tendo a non associare più la musica ai volti quando posso.
Il chitarrista no.1 sembra uscito da un rave di fine anni Novanta, per come ondeggia durante gli assalti. Sembra anche un po’ un incrocio tra Badly Drawn Boy e il chitarrista dei Metallica. Il chitarrista no.2 è pure il signor voce sintetica robotica, un espediente per poter avere qualche pezzo cantato anche dal vivo, quando gli ospiti hanno lasciato la camera degli ospiti. Il chitarrista no.2 sembra David Gray obeso o dopo che ha bevuto più birra di quanto berrebbe normalmente David Gray. Il chitarrista no.3 è allampanato e sembra il fratello del batterista. Il bassista sembra il cantante dei Subsonica per colpa del cappellino. L’accordatore sembra Jay di Jay e Silent Bob.
Si alternano il rosso e il blu e poi viene sparata luce bianca in stroboscopica foggia. Se provo a fotografare in quei momenti ottengo solo una somma di tutti i colori. Alla seconda serie di bordate elettromagnetiche una delle ragazze accanto sembra presa e scossa avanti e indietro da qualcuno, poi cade a terra. Passerà il resto del concerto con una delle sue amiche accanto al bar. Io invece vengo trapassato dalle chitarre, le sento entrare tra le costole e proseguono, incuranti di me. Credo che sia criminale per le mie coronarie unire Stanley Kubrick a Hunted By A Freak, ancora più belle dal vivo. Criminale forse come scegliere di chiamare una canzone Stanley Kubrick, certo. I Mogwai mi piacciono quando sono così, ragazzacci sboroni e scorrevoli, quando evitano di essere finti-cervellotici. Non a caso la loro migliore definizione è Tracy, assente qui anche se desiderata dal pubblico: un pezzo dolcissimo il cui testo è una finta telefonata al manager in cui Martin chiede aiuto per una rissa tra Stuart e Dominic su come mixare il pezzo.
Killing All The Flies trova le sue belle distanze dalla versione su disco e mi conferma che molti dei presenti, per lo più tra i venti e i venticinque, sono lì soprattutto per Happy Songs For Happy People, più che per i nuovi cammini verso Helicon (parte 1 e parte 2). Manca Ithica 27Ø9, ma almeno abbiamo avuto la fortuna di scampare i trenta minuti di My Father, My King di Treviso. Il notebook privo di batterie di I know you are, but what am I? introduce una bollente Ratts Of The Capital: ma quale post rock, solo perché non ci parla qualcuno sopra è post rock?! Ratts Of The Capital è un valzer al massimo, ha ponti e ritornelli e linee melodiche per nulla sghembe e un finale da gruppo rock, per l’appunto.
Poi 2 Rights Make One Wrong, mamma dei Mogwai robottini, arriva per chiudere il set con i suoi sorrisi, con l’arpeggio iniziale, lui sì happy, con la sua ritmica rimbalzante e le sommatorie per t che tende a infinito. Nella sua coda il batterista si alza e lascia la postazione. Mentre al portatile il chitarrista no.2 manovra flip flop e sceglie un nuovo salvaschermo, il pezzo non finisce e anzi si avventura su una conclusione degna dei migliori momenti della famosa band islandese col nome da due parole. Un veloce brivido alla schiena, cosa purtroppo capitata solo con Hunted By A Freak poco prima. Ecco uno dei difetti del concerto, tutti bravi e professionali come mai forse in passato – i ragazzi sono cresciuti – ma per quanto bello ed energetico, ho avuto meno freddo alle spalle di quanto mi aspettassi.
Il primo encore viene chiuso da Mogwai Fear Satan, una delle mie preferite di sempre. Anche se, senza flauto, non la chiamerei Mogwai Fear Satan. Il chitarrista no.2 sorride al chitarrista no.1 per avvertirlo di scatenare la furia, prima di lasciarlo sul palco da solo. E poi la seconda serie di bis. E poi sarebbe arrivata la mattonella. Avrei voluto ballare Come On Die Young con la ragazza dal caschetto biondo e dalle righe orizzontali davanti a me, e Take Me Somewhere Nice con la ragazza bruna coi capelli corti appuntiti spettinati, e avrei voluto chiudere gli occhi per sette minuti su Tracy, ma invece stavo già aspettando la rossa e poi di seguito la verde su binario unico. Prima del concerto ho comprato la maglietta a maniche lunghe, col simbolo di Young Team davanti e Mogwai - HSFHP messo alle spalle. Will you still miss me, when I’m gone?
[Lunedì verranno aggiunte al post foto mosse e sfocate]
Oggi la Scozia, domani il mondo
Il primo remix ufficiale nella storia dei Belle And Sebastian sceglie la via dell’assurdo. Abbiamo evitato glitch e unz unz, ma ci tocca la parodia dei Blur. Ditemi che la cosa è ironica, vi prego. Basta poco, che cce vò.
La canzone del giorno
Superheroes of BMX - Mogwai