Traffic Festival Pt. 2: Festa di paese
La seconda serata del Traffic Festival, organizzata da Vinicio Capossela, è stata Chi tiene polvere…spara! e se non fosse stato per Pulsatilla l’avrei sicuramente saltata, alla faccia del completismo citato nel post qui sotto. Accolti da luminarie che nemmeno alla festa del S.mo Patrono di Partinico o Bisaquino, ci intrufoliamo contro le ringhiere alla destra del palco.
Capossela, insospettabilmente sobrio, duetta con un anziano che guadagna con difficoltà l’uscita dal palco. Da solo Vinnie The Kid (see Creole & The Coconuts) rallenta tutto e si propone come uomo di balera, invitando il pubblico (trentatreenni antipatici in media, contro i diciottenni del giorno prima) a stringersi alla maniera di un Fred Bongusto, pieno di sé però. Gli occhi gli brillano quando introduce sul palco un inquietante misto di redneck, Gipsy Kings, Castellina Pasi, però ubriachi. In un repertorio a metà tra Buona Domenica e la serata danzante della festa del paese riescono anche a infilare una cover di Marina in spagnolo e una dei Beatles. I trentenni, in preda ormai alla sindrome del centro anziani, ballano polke, mazurke e tarante, chi coi bicchieri di birra in mano, chi sollevando il catetere in un gesto di amicizia fraterna. Capossela felice come un bambino se ne sta al lato del palco dove i tizi che suonano con lui abbracciano giovani piacenti donne. Divertito, si scorda di mandare via l’orchestra del liscio del New Mexico, tanto che a un certo punto ci pensa uno dell’organizzazione che flemmaticamente commenta dal microfono “Bisognava abbaterli per farli smettere”. Mentre arriva Shane Mac Gowan e i trentenni decidono che sotto queste stelle è il momento giusto per regalare un figlio alla patria, noi ce ne andiamo a parlare di massimi sistemi, calcio e miominipony. Pare che verso l’una e mezza le forze dell’ordine abbiano sfumato la musica perché non volevano smettere di suonare.