20.11.03

Die sounds knarzen und zischen

It was familiar to me
the smoke too thick to breathe


Il bello di Milano sono i moduli per le vantaggiose carte che compili sempre col numero di cellulare sbagliato. Il bello di Milano è che ti mostra spesso le cose da un punto di vista che non avevi considerato. Ad esempio le goccioline d’acqua che ti cadono in testa mentre torni a casa non sono pioggia. Ad esempio il posto dove ti rechi per sentire un po’ di nuova musica tedesca una settimana prima aveva ospitato il compleanno del tipo di Lioudmilla Radchenko.
Io e le mie colleghe arriviamo tardi per Massimiliano Hecker, giusto il tempo per due canzoni e una è Take On Me degli A-Ha. Maximilian, magro e dinoccolato e per questo sempre seduto e vestito con la camicia bianca buona abbottonata fino all’ultimo bottone, è una specie di mio gemello senza naso all’insù. La seconda/ultima canzone è quella che inizia calma e poi si incasina.
Barbara Morgenstern invece fa la simpatica: prende un poster del Bayern Monaco, se lo mette come gonna e dichiara che questo è il suo omaggio alla città della moda. Ride sempre mentre controlla le e-mail, ma poi si scioglie i capelli e si esibisce in un head-banging costante. L’effetto e-mail viene attutito dalla presenza del batterista e del chitarrista, anche se una delle mie colleghe li ha accusati di lavorare al risparmio. Conoscendo soltanto l’ultimo disco, i momenti migliori mi sono sembrati Ohne Abstand e Nicht Muss. La pista si svuota e potrei descrivervi più o meno tutti i presenti, la carina ragazza dal capello nerocorto e dalla gonna op-art anni sessanta, la carina ragazza giapponese-così-bella-che-non-sembra-giapponese e un gruppo di carini non più ragazze e ragazzi tedeschi in vacanza in città, attirati con la scusa di una serata in onore dell’alemagna in via Alemagna in un locale modaiolo ma orientato al pubblico agée. Non so se c’era anche Nin-Com-Pop, anche se probabilmente abbiamo visto il concerto a qualche metro di distanza. Verso la metà io e le colleghe scopriamo che il Goethe Institut ha stampato un libretto coi testi di alcune canzoni e allora accompagniamo Barbarella durante Move. C’è anche il tempo per un doppio bis, ma non ho avuto il coraggio di gridarle EVAN AND CHAN. Sono il solito coniglio.
Mentre smontano gli ammenicoli alla mela, parte l’oretta di danza-pre-metro-sostitutiva. Giuro che se sento un'altra volta mixare Loser e Country House prendo a botte il dìgei. Glielo do io Hit Me Baby One More Time.