29.3.04

Arrivederci Milano

Potevo chiudere con Milano col concerto del mio gruppo preferito? Pensateci, la romantica storia delle circostanze che tramano cieche per realizzare il sogno di un giovane ragazzo del sud. Naaaa. Potevo chiudere con racconti disillusi di dischi nuovi/vecchi e avvinghiati al palo? Naaaa. Potevo non chiudere. Naaaa. E allora l’ultima fantasmagorica missione del sottoscritto è stata capire che tipo di ragazze frequenta i concerti de Le Vibrazioni, sfruttando l’occasione del concerto gratuito al Rolling Stone per la serie di live organizzata dalla televisione satellitare del figlio di Galliani.
L’atmosfera che si respira entrando pero è strana. Addebito alla mia distanza ormai accertata dal mondo giovanile la presenza di diverse ragazze dall’aria neodark (=capello neroorosso, viso pallido, rossetto neroorosso, merletti e croci su tessuto neroorosso). Una altissima e, ritengo, coetanea si aggira vestita come una delle Slits con tanto di buchi nei gambaletti a rete attirandosi le critiche delle mie colleghe e amiche. Un tipo cammina avvolto da una maglietta degli Stratovarius(!). Trovo tutto molto surreale, ma il bello deve ancora venire perché quando cantano Le Vibrazioni il pubblico reagisce in maniera inaspettata: una buona metà si mostra indifferente, un quarto applaude moderatamente e un quarto li sbertuccia. Giocano a fare i rock duri. Sul finale suonano una surreale coda strumentale rumorista in cui mischiano in maniera sicuramente non voluta la colonna sonora de Il Ciclone e Misirlou. Niente bis. Poi mi tirano addosso la bacchetta del batterista ma io che ero girato non capisco bene e allora la reliquia è preda del mio futuro coinquilino Alessandro.