The Anatomy of Ghosts of Sharks
Due giorni fa, dopo tre ottavi di pizza gigante insieme a delio lo-cicero e suoi amici, preceduti dal racconto per parentesi di come provai a mandare all’aria il mio futuro industriale tampinando la (giurononsapevochefosse) ragazza di uno dei responsabili del mio, appunto, futuro industriale. Qui ti aspettavi una principale che non c’è, focalizzati sul due giorni e sul fatto che sono in perenne differita. Scrivo di notte, ancora, ma giusto per smentirmi adesso scrivo in diretta nella finestra di edit di Blogger.
Due giorni fa, poi, concerto al solito posto. Non che ne sapessi molto a parte quanto letto qui e là. L’apertura affidata agli spagnoli Nueva Vulcano ha rivisitato in maniera energetica (innocua?) un po’ tutti i luoghi del punk e del rock influenzato dal punk. Il cantante chitarrista a tratti gesticolava alla maniera di un Billy Joe Armstrong, staccando peraltro in un caso con uno strattone l’amplificatore dalla rete elettrica. Invano abbiamo chiesto una cover di que yo no tengo la culpa de verte caer, ma siamo stati accontentati per un bis al grido di “Un’otras”. Nell’intertempo delio stringeva diverse mani della ventina di persone, accorse in massa per i Just A Fire, compresa quella della ragazza bionda con frangia romboidale che aveva ripreso il concerto degli Xiu Xiu con la videocamera.
Il gruppo di Fred Erskine, ex June Of Fortyfour (notato il gioco di iniziale, eh, su?), in una mezz’ora scarsa si è esibito nella versione appesantita nei toni dei Police. Il batterista non aveva la faccia da batterista e nonostante ciò ha più volte arrischiato la carta del finto/doppio finale. Pubblico poco coinvolto, al punto che nessuno ha chiesto al gruppo di riprendere gli strumenti per il solito e ormai trito rituale del bis. Nessuno tranne i Nueva Vulcano, che dal fondo del Fleurs Du Mal reclamavano il ritorno con toni quasi di sfida. E allora si è rimasti, se non per altre due canzoni giusto per assisterere alla rissa tra le due band. Che non c’è stata.