3.2.04

s(W)ingin’ Milan

Dialogo di un venerdì sera prima di scoprire che l’assenzio è uguale all’anice, che le cameriere fanno finta e che se ho passato tutta la mia infanzia da bohemien allucinato, com’è che non me ne sono accorto e non ho scritto una canzone sull'acqua e zammù da cantare a San Remo? A Palermo l’anice si chiama zammù. Acqua e zammù, prima iò e dopu tu.

Amica col nome che inizia per B: Che avete fatto poi lo scorso weekend?
Blogger col nome che inizia per M: Mah, niente. Sono tornati tutti a casa. Venerdì ho riposato, sabato mi sarebbe piaciuto andare a vedere un certo concerto ma, per via di certe circostanze, delle congiunzioni astrali sfavorevoli, delle maree*, poi non sono andato.
A: Anche noi dovevamo andare a vedere un concerto. Suonava il gruppo in cui canta il ragazzo di una mia coinquilina. Hai presente Mezzago, fuori Milan-
B: Ma dovevi andare al Bloom?
A: Sì, proprio lì.
B: Ma allora la tua coinquilina sta col cantante dei Giardini Di Andrea** Mirò?
A: Ah, li conosci? Io non sapevo chi fossero prima. Comunque lei non abita più in casa con noi, è andata a [omissis].
B: E tu condividevi casa con la ragazza del cantante dei GDM e non mi hai detto niente?
A: Ma forse te l’avevo detto.
B: Non so, non ricordo.
A: Ma è importante?
B: Boh.

Note a se stesso:
1. Quando ti invitano a salire a casa di amiche non rifiutare mai.
2. Ma la ragazza non sarà stata per caso la stagista di Mondadori che scriveva le lettere finte per la posta del cuore di Confidenze per le donne?

* nel discorso originale potrebbero non essere state nominate circostanze e/o congiunzioni e/o maree
** probabile aggiunta apocrifa