Delio does Milan
Cosa ci fa un tizio in piazza Venticinque Aprile con una busta di LP e un cappello in testa? Cerca di farsi riconoscere tramite i suoi capelli castani lisci corti. Ci si adocchia mentre loro passano e io mi giro diverse volte verso di loro. Poi finalmente delio mi chiama, è con Vallì e scattano le presentazioni, anche se già ci conosciamo. Purtroppo Enzo e La Laura non verranno e non so se poi oggi siano riusciti a incontrare la nostra punta di diamante teutonica. Intanto delio mi racconta dell’incontro precedente con Simona. Si aggregano in successione Anna, che per ora non ha blog, marquant e Pietro, che ha chiuso il suo. delio dal vivo esagera coi complimenti anche più che su questi lidi e scuce un’anteprima sui migliori cinque film dell’anno di marquant, oltre a celebrare il mio lato più gonzo. Si va al Rocket, si entra sul remix di He Took Her To A Movie, delio ci chiede della canzone del giorno di oggi, ma nessuno di noi ricorda o forse qualcuno ha rimosso. Anna e Vallì incitano a balli sensuali e delio ondeggia la sua ormai fantomatica sciarpa nelle configurazioni più disparate, da noi usata anche per ballare il limbo. Buona Domenica ce fa ‘na pippa. Una infilata micidiale di Pulp, Suede e Blur ci fa nell’ordine: ballare attorno a borsette, gridare la-la-la-la-la e riunirsi in un cerchiodell’ammore che saltella e gira a sinistra e a destra. Always should be someone you really love. Balliamo e cantiamo Spice Up Your Life e io alterno le parole del ritornello a quelle del controcanto e dico a tempo timbuctù. Poi, sopravvolando sul resto, si esce sulle note di Seven Nation Army, ballata anche la sera precedente in un posto completamente diverso. Nel tragitto momento di gloria per Francesca Alotta. A casa di Vallì io e delio rischiamo di farci odiare per l’andamento frattale e perennemente divagatorio dei nostri discorsi musicali, ma parliamo anche d’altro, di cinema e nani e di pubblicità interrotte per esempio. Io redimo il mio amore per il pop esangue vantando l’apprezzamento per Roots dei Sepultura. Intermezzo: il gruppo giapponese erano i Zenigeva e, per delio, l’articolo è qui. A questo punto prendo il controllo della situazione con le gemme che ho portato ai presenti e per cui ho sfidato la mia allergia alla polvere: a delio è andato Siamo Forti di Arianna, già musa di maglioncino sul bacino dotata di queste righe. Marquant ha scelto un Kylie Minogue del 90. Pietro ha preso colui che ha portato il reggae in Italia: ma quale Sean Paul, l’unico e inimitabile Papa Winnie di One Blood, One Love. Vallì possiede il disco che segnò la svolta allucinogena di Mino Reitano, Canne Al Vento, mentre Anna detiene una copia del glorioso e incompreso secondo disco di Charlie, quello che cantava Faccia da pirla, disco che segnò la sua fine commerciale e lo spinse al lavoro dietro le quinte: Charlie Goes To Holiday. Non so invece se il disco più conteso della serata sia andato ad Anna o a Vallì: Teneramente Licia e i Bee Hive. Dal canto suo delio ha compilato apposta un nastrone che presto verrà duplicato per i fortunati presenti. Poi in un crescendo di logorrea ci si è dati l’appuntamento per un nuovo incontro, forse per vedere insieme i Pixies quest’estate? Prima di salutare i mie accompagnatori Anna e Marquant, ho mostrato loro la scuola dove Amadeus porta suo figlio o sua figlia, come già raccontato da Personalità Confusa, qui e qui. È stato bello, ragazzi.