YTYA: Elena, 26 anni, lapdancer-stripper-tabledancer-americanplayer
Il mio vero nome è Phaedra e ho cambiato nome solo per evitare le battute del pubblico musicofilo “ti posso solo guardare?”, come in quella canzone dei My Dying Bride. I miei capelli rossi, a volte rosa, sono tinti. Non vi interessi perché lavori qui in questo locale, non ho spiegazioni per soddisfare il vostro punto di vista. E non volevo fare la ballerina. Però voglio parlarvi di un disco.
Le altre ragazze si omologano nel supino sottofondo del più banale hiphop, tranne forse Svetlana che si priva di vesti piratesche e del suo uncino sull’inquietante, almeno in questo caso, DJ Francesco. Il nostro dj si agita come un ossesso mentre nessuno lo considera: tutti hanno occhi solo per noi. Io sorrido quando suona On The Floor At The Bootyque, lui ha il vizio dei giochi di parole. Sa che mi scateno solo quando mette un disco e al culmine della serata so che arriverà.
Tim ‘Love’ Lee, per un po’ tastierista di Katrina & The Waves, l’uomo senza il quale il mondo non avrebbe avuto At The River dell’invicibile Armada. Il suo Confessions Of A Selector è un disco maledetto, spesso trascurato quando si elencano i capisaldi del genere. E dire che in Everybody Loves The Jungle si sentivano già i canarini. Un caldo miscuglio di funk, elettronica e chincaglieria da colonna sonora porno. La copertina del doppio vinile è ormai più impregnata di incenso che le poltrone di velluto rosso. E forse sarà discutibile la suite delle cinque canzoni finali – scoprite voi perché – ma quando ballo Again Son la gente non capisce più niente e quasi sviene, trascinata dal basso pervertito.