What Am I, Darlin?
Il culmine è stato toccato. Quando mercoledì, in una chiesa sconsacrata, pardon, “in un ambiente chic arricchito da fanciulle bene e giovani yuppie benvestiti” (epigrafe by Tutto MilanO / Repubblica), un gruppo di loschi figuri e figure ha sbigottito la folla suddetta con un’improvvisata sessione di battimani sulla trita cover jetsata del complessino sfigato col cantante che ha scelto solo standard femminili. Avrei voluto fare di peggio, sono arrivato a un pelo da. Per esempio venerdì ho proposto l’Halloween al famigerato Rocket, ma per fortuna i colleghi si sono opposti reputandolo fuori mano. Poi, ho visto la luce. Deve essere stato sabato all’ora che una volta avrei definito di pranzo ma che ora definisco dell’Esselunga: la fila per le casse in cui mi sono intruppato arrivava fino ad una buona metà del reparto surgelati. Allora ho sentito un bisogno di redenzione, nel pomeriggio sono uscito di casa e ho preso un biglietto per il concerto di Damien Rice di mercoledì prossimo. Poi ho scoperto che l’amica stagista della mia collega, con cui scambio email con la scusa delle foto che le invio, ha un’altra amica stagista alla Mondadori che corregge le lettere della rubrica della posta di Confidenze.