2.7.03

Incubo n° 5

Stanotte non ho quasi dormito, ma ho avuto giusto il tempo per un incubo. Sono arrivate davanti a me, camminando da uno sfondo bianco, Christina Martinez e Hollis Queens. Sembrava il video di Whiteout, ma più inquietante. Qualcosa non quadrava. La musica non si sentiva. Ballavano. Tutti mi prendono per pazzo quando dico che mi piaceva di più Hollis Queens in quel video. Con uno scatto improvviso arriva il primo piano di Hollis. O forse lei si avvicina così tanto al mio viso che soltanto un centimetro separa i nostri nasi e io mi concentro sugli intarsi della sua iride per evitare quella deformazione della visione tipica dell’eccessiva vicinanza, così cara ai fotografi che giravano i super-otto dei matrimoni negli anni Settanta. Hollis piegava la testa a destra e a sinistra come una di quelle ballerine della tradizione cinese. Poi apriva la bocca, ma invece del coro usciva un suono metallico e inumano. Tei tei tei tei, te-te-te-te-te tei tei. Faceva un passo indietro, mentre continuava insieme a Christina. Era Respectable di Mel & Kim e invece di proseguire con le parole, ripetevano quei monomi aumentando sempre più il volume seguendo la coreografia del video. Ma quale video? Le immagini che dovevano essere in bianco e nero si tingevano e quelle a colori indossavano toni di grigio lucidi. Le orecchie mi si tappavano e volevo scappare, ma sentivo solo le mie orecchie, niente gambe. Poi qualcuno mi tirava una palla da basket sulla nuca e mi addormentavo. Non so cosa cavolo ci facesse nel mio incubo Muffin Spencer, ma la ringrazio per quei cinque minuti di sonno.