6.6.03

Foto di me

Ieri sono andato a farmi delle foto-tessera, vedere alla voce Oggi. Avevo due opzioni a disposizione, visto che evito la macchina automatica dell’ipermercato vicino perché mi fa apparire più scantato di quanto non sia: piccolo studio fotografico esperto in foto di matrimonio e della fidanzata del fotografo e a giudicare dalla vetrina non sempre si possono condividere due passioni; grande Center appartenente a nota multinazionale - è un franchising ma non mi piace la parola, mi ricorda quando giocavo con la pistola leasing. Vada per il piccolo studio, salviamo l’imprenditoria quasi-familiare.
La fidanzata del fotografo stava combattendo con due tignose clienti che volevano non so che formato per le loro foto del primo giorno della stagione al mare. Avevano il fastidioso accento di chi forza la dizione di ogni parola imbroccando una chiusa giusta ogni settantasei e continuavano a parlare e parlare anche dopo che la fidanzata del fotografo aveva assegnato loro l’orario in cui ripresentarsi. Il fotografo era in giro a monetizzare la benevolenza dell’alta stagione e della posizione geografica. La fidanzata del fotografo mi implorava di interromperle inventando qualche scusa, credo che dicesse a bassa voce qualcosa come “Millanta che hai fretta perché hai lasciato il gatto sul fuoco”. Non sono mai stato bravo coi labiali.
La fidanzata del fotografo aveva la radio accesa su nonsoquale stazione locale in cui un tizio combatteva con la sua voce impostata negli anni Ottanta e ora non più di moda. Almeno non mi dava del tu. Per un certo periodo qualcuno in radio si rivolgeva direttamente all’ascoltatore con un tu non impersonale, credo fosse Radio Italia Network, e questo prima mi imbarazzava e poi mi urtava. Mentre mi sedevo sulla poltrona nel retrobottega e notavo che erano passati alla macchina digitale, la radio mandava Two dei Motel Connection e, vuoi la mia camicia azzurra, vuoi la fidanzata del fotografo, vuoi un po’ meno il retrobottega che sembrava il ripostiglio di un single disordinato e appassionato di cavalletti ed esposimetri, mi sentivo in uno studio fotografico modaiolo in un qualche decennio che non fosse il mio. Lei “Fermo così” e io “E scatta, che poi mi viene il ghigno!”. Nelle foto-tessera mi è venuta una ciocca di capelli fuori posto e la fidanzata del fotografo si sarà divertita tantissimo a non dirmi niente. Odio lo scirocco.