Yeah Yeah Yeahs vs The White Stripes
Potevo esimermi dal dire la mia sui due gruppi più pompati del momento? Forse, ma se ne devo parlare preferisco metterli contro. Non che questa rivalità esista, non è come negli anni Ottanta, quando Cindy Lauper chiedeva dal parrucchiere la tinta al negativo di Madonna, con tanto di ciocca. Non sono come Duran Duran e Spandau Ballet e io non sono vegetariano. Non so nemmeno se gli Yeah Yeah Yeahs riceveranno tutta la pubblicità tributata agli Stripes. E non vale uscirsene dal discorso con ‘tanto sono copie di copie di copie’.
All’angolo destro in calzoncini bianchi e rossi abbiamo i due The White Stripes, Detroit, chitarra e batteria, Elephant. All’angolo sinistro in nero e con Karen O vestita dal suo stilista personale si presentano i 3 Yeah Yeah Yeahs, New York, anche loro senza basso, Fever To Tell. Gli Stripes sono più grezzi e sono indebitati col blues, gli Y3s sono meno essenziali e rubacchiano alla disco. Io tifo Y3s, anche se non ho capito se abbiano o no il The iniziale.
Le canzoni che mi piacciono davvero su Elephant le riesco a contare sulle dita di una mano di Homer Simpson: Seven Nation Army è una progressione che inizia come una marcia militare e ruota intorno a un pugno di note, ma è buona per ballare, per fare casino; I Just Don’t Know What To Do With Myself non risalta solo per Bacharach, ma anche per un Jack White meno piatto che altrove; It’s True That We Love One Another perché è paracula; Hypnotise perché le dita di Homer su una mano sono quattro e perché Jack sembra un Elvis maniaco (telefonico). Un po’ poco, le altre non mi entrano proprio in testa e non batto nemmeno il piedino per terra.
Gli Y3s invece infilano un pezzo ballabile dietro l’altro e mantengono la tensione anche quando abbassano il ritmo. Se si deve cedere all’hype almeno bisogna divertirsi. Meno sporchi che sugli EP, puntano sugli strattoni di Miss O, ruvida ma capace di inaspettate dolcezze, e smanettano un po’ con gli effetti per evitare l’uniformità. L’effetto piedino mi scatta, soprattutto quando si lasciano andare come in Date With A Night, Black Tongue e Y Control. Non male anche il tentativo di ballata di Maps, finora non presente nelle loro canzoni. Certo, non so se abbiano usato soltanto strumenti pre-1963, ma non è che mi importi molto.