28.4.03

Voi non lo sapete, ma in privato è abbronzato

Oggi, il mio settimanale di riferimento, quello che è un peccato che non ti allega i dvd, che ti regalerebbe sicuramente quel capolavoro che è Akiko (Una giapponese a Roma con trentatrè anni di anticipo), non come quelli lì intellettualoidi che regalano i Cadaveri eccellenti che suona pure macabro quando lo chiedi all’edicolante o come quello che ha mangiato pane e volpe che devi comprare i dvd per raccogliere i bollini per comprare il lettore agevolato, come se io che compro un dvd non ho già un lettore, agevolato o no che sia. Io e le mie digressioni, tze.
Dicevo. Oggi, il mio settimanale di riferimento, quello con la mia critica e autrice televisiva pure lei di riferimento, che questa volta ha sottolineato una debolezza, e non pare vero, della De Filippi, non come quella donna tutta d’un pezzo (che è l’Alda), che non cita Freccero quando cita quell’altro lì che diceva che nel mondo realmente rovesciato, il vero è un momento del falso e se c’era Brontolo gli rispondeva: “pure tu morso dalla dentiera di mia suocera?”. Io e le mie digressioni, uff.
Arrivo al punto. Oggi, il mio settimanale di riferimento, quello con le critiche ai libri della Casella, quella che presentava la Domenica Sportiva dove una volta aveva invitato Alexi Lalas e ci aveva pure cantato insieme ma prima presentava A Tutto Volume e non è un gioco di parole, e che però questa volta si occupa di libri pure nelle ultime pagine nella rubrica C’è posta per noi, di un libro di un professore di Ispica che sostiene che Shakespeare era siciliano e d’altra parte come contraddirlo, visto che sapeva che non ogni nube porta tempesta, ché qui di tempeste non ne vediamo quasi mai e ché Oggi ce lo danno col Giornale di Sicilia. Io e le mie digressioni, minchia.
Concludo. Oggi, il mio settimanale di riferimento, parla di musica. Prepara il palato a pagina trentadue con una foto di Martina Colombari vestita da punk, che ricorda più Laura Freddi che una delle Slits. Il piatto forte arriva però a pagina cinquantacinque (non starete mica sbirciando la cinquantaquattro?!): un lungo articolo di Maria Celeste Crucillà su Marilyn Manson. La tesi portata avanti è a metà tra lo sdoganamento presso il pubblico pantofolaio, ma la Crucillà non sa che Warner guarda la Potemkin soltanto per la scena dei vermi sulla carne, e la pubblicità occulta al formaggio da spalmare incastonata tra le pagine. Cosa mi ha colpito tanto allora? La giornalista di MTV (Italia?) che fu fidanzata di Manson? La chiusura epicaeticaetnicapathos (“Così come cresceranno i nostri figli e verranno, pure loro, assorbiti dal mondo e dalle sue regole”)? No. Che ci faceva su Oggi il gemello cattivo-ma-solo-per-scherzo di Luca De Gennaro?