8.4.03

Riv3 Cache

Dorine_Muraille non è, purtroppo, la nostra ragazza dei sogni n° 26. Innanzitutto perché Dorine_Muraille non è. Non è quello di cui parlano in molti, ovvero una chanteuse con la discografia completa di Fennesz e Markus Popp vicino al laptop. Dorine_Muraille è il nome di un progetto del musicista francese Julien Locquet (noto anche per il suo alter ego dance Gel), coadiuvato in alcune tracce alla voce e ai testi dalla poetessa sperimentale Chloé Delaume. In “Mani”, uscito da poco su Fat Cat, Locquet cerca di decostruire la chanson francese (e non solo) secondo i dettami della nuova elettronica mitteleuropea. Le iniziali composizioni per chitarra, pianoforte, violoncello e clarinetto sono state dissezionate, processate e rifratte in una massa intricata e contorta di molecole sonore.
A differenza dei suoi padri ispiratori però Julien fallisce nella sua missione. Markus Popp ha reso in maniera naturalista le imperfezioni del vuoto. Fennesz ha esplorato in maniera dolce e messianica le insanabili contraddizioni dello scontro tra analogico e digitale. In Dorine_Muraille invece non si percepisce il senso di decadenza che sarebbe stato il vero sale di un lavoro riuscito: Locquet non riesce a togliermi dalla mente il pensiero che, invece di rappresentare in maniera digitale l’idea che muoveva la forma primigenia, stia soltando indorando una pillola con una vocina carina. Locquet cerca, per meglio dire, qualcosa che giustifichi un lavoro altrimenti epigonale e che insieme renda più appetibile il tutto ad un pubblico meno selezionato. Peraltro per evitare un gioco troppo scoperto limita il numero delle apparizioni della Delaume, arrivando persino ad inserire oltre a diversi riempitivi “strumentali” una traccia intitolata bbraallen che riprende, come un cavolo a merenda, un antico folk tradizionale dello Yorkshire. Pretenzioso e dispensabile.