10.4.03

Panda Panda Panda Panda Pan Pan-da

I Deerhoof avevano pubblicato il loro ultimo disco soltanto l’anno scorso. Forse in quest’intervista di Hiroki Shirasawa, rilasciata nel settembre del 2002 in occasione dell’uscita giapponese di Reveille, nemmeno loro si aspettavano di incontrare il Party Panda, qui raffigurato da Ken Kagami. Dopo pochi mesi invece è uscito il nuovo lavoro della band di San Francisco, che si intitola Apple O’ ed è un momento conciso di normalizzazione, per quanto possa dirsi normale, nella loro già lunga discografia.
Vicini per certi aspetti agli italiani Blonde Redhead, i Deerhoof sono molto amati dai musicisti della scena californiana. L’originario miscuglio di semplici melodie pop e dissonanti chitarre soniche, condito da sbalzi ritmici, tentazioni avanguardistiche e testi solo in apparenza naif, non è cambiato. Viene però dato più spazio al lato melodico, con conseguenti ripercussioni sull’accessibilità. Nello stesso tempo le scelte di studio si sono dirette verso suoni più scarni e meno prodotti. La cantante e bassista Satomi Matsusaki si è mossa tra filastrocche e japan-pop, tra flaua-flaua-fla-u-a e panda-panda-panda-pan, tra le onomatopee di Apple Bomb e gli abiti da geisha in Dinner For Two. I due chitarristi hanno regolato la dose di straniamento, sostenendo senza distorsioni la voce da bambina di Satomi e spiazzandola con duetti obliqui che non la travolgono mai del tutto. Inferiore rispetto ai precedenti, ma utile per iniziare a conoscerli.