A Little (C)loud
Chiunque inizi una canzone con “1995 is missing buses” merita la nostra stima incondizionata, al punto che già al secondo ascolto medito di inserirlo tra i dischi dell’anno, almeno del mio anno. Mi è sempre piaciuto perdere gli autobus, anche perché negli autobus alla fine non succede niente. Sì, la vanità degli sguardi da autobus non era poi diversa da quella che si percepiva alle fermate, mentre si aspettava. Ma mentre nel primo caso si sentiva quell’oppressione da fermata-in-arrivo-signoranziana-deve-scendere?, nel secondo avevamo il potere di rimandare se il 39, che ora si chiama 339, si fosse presentato troppo presto o di arrivare a casa prima se tornavi con tuo padre. Io non andavo contro corrente e scendevo sempre alla mia fermata, anche perché altrimenti avrei rischiato di dover aspettare un altro autobus. Nel 1995 il conto tra autobus persi e presi si spostò in maniera consistente verso i primi: il quinto anno consentiva questo e la firma sul libretto delle giustificazioni. Sono passati otto anni dal 1995 e molti di voi non sanno quello che intendo.
E poi…
… perché è lo Storytelling che non è riuscito ai Belle And Sebastian in Storytelling.
…perché sono svedesi e incidono per la Labrador.
…perché Strange Things Will Happen è il modo più bello per iniziare una giornata.
…perché non hanno laptop e non sanno ancora cos’è un glitch.
…perché mi ricordano i Broder Daniel e…sapete i Broder Daniel? Whirlwind quando si è incazzati e Underground non è il finale.
…perché si sono formati nel 1995 e la bassista è la ragazza del cantante.
…perché dall’ottantesimo secondo di Slottet #2.
…perché la carta vetrata non è solo la carnazza garage dei uai strais. Keen on these boys!
…perché qualche giorno fa John Peel ha passato un loro demo su quattro piste alla bibbisi’.
…perché gli strati di distorsioni alla Slowdive, ma non alla maniera lenta-e-4-a-d dei sigurrosi.
…perché si vede che non sono molto obiettivo nel parlare.
…perché falling again is what you want.