4.4.03

Elogio del fake

Liam Lynch era un generale dell’IRA. No, scherzo. Liam Lynch era uno scrittore irlandese. No, scherzo. Liam Lynch era il fratello di David Lynch. No, scherzo. Ambè…il cd è così però. Liam Lynch si è fatto conoscere al grande pubblico con Sifl & Olly, show comico di MTV in cui i protagonisti erano due calze da lui animate. Il disco di cui parlo, Fake Songs, è stato prodotto circa tre anni fa ma Liam l’aveva venduto solo ai parenti. Il primo aprile di quest’anno invece è uscito anche fuori dal suo quartiere.
Troppo spesso capita che la musica di oggi sia copia di qualcos’altro, peggio, che certi artisti inizino a copiare se stessi non appena gli va bene il primo singolo. Certo il limite tra copia e personalità è labile e Liam Lynch in questo senso non è un semplice imitatore alla Fiorello. Nel suo disco ha scelto degli artisti come Björk, Pixies, Jane’s Addiction, Bowie e Depeche Mode e li ha cannibalizzati. Non ha solo imitato la voce, ma ne ha ripreso tic, errori di pronuncia, vocabolari, scelte di produzione. Nel caso di Fake Björk Song: City e di Fake Pixies Song: Colleen la somiglianza è impressionante nei minimi particolari, per dirne due l’inglese imperfetto della signorina Gudmunsdottir e i cori su un solo canale della band di Frank Black. I testi scelgono la via del comico, come in Fake Bowie Song: Eclipse Me: “I’ve been stuck in space for such a long time. Sorry mom, I’m five years late for tea time.” Buona anche la Fake Jane’s Addiction Song: Don’t Be Tame. Deludente la Fake Depeche Mode Song: Miserable Life. Nel disco poi ci sono altri esercizi di stile, dagli anni 50 di Elvis al metal, dalle “nenie folk finto-esistenziali”(cit.) all’improbabile modello di canzone felice stile Magica Trippy in cui il cantante vuole interrompere dicendo che non ce la fa, che lui non è felice. Completa il tutto il manifesto di Liam, sigla finale del suo show e inno all’ambè come forma di sopravvivenza: United States of Whatever. Scaricatelo e fatevi quattro risate.