So much staying alive and lovelessness
Non ci può essere titolo migliore per descrivere l’utopia autodistruttiva di Giovanna D’Arco? Boh, il titolo mi aveva fatto pensare al seguito de “La febbre del sabato sera”, mica altro.
Il nuovo disco del gruppo di Kinsella esce con una promessa: a breve dovrebbe seguirlo un fratello sperimentale per la Perishable. Un modo come un altro per tranquillizzare gli ascoltatori della prima ora, che potranno sentirsi traditi da un atteggiamento meno audace e più ordinato in fase di scrittura. Messi da parte situazionismi e giochini elettronici, che ci sono ma non si vedono, i Joan Of Arc muovono la loro dissoluzione del pop e del rock all’interno di strutture quasi classiche. Kinsella stona come al solito e gli strumenti vengono esplorati, ma tutto avviene all’interno di mura quasi familiari. Alcuni sostengono che questo potrebbe rendere più facile l’ascolto, ma difficilmente la scelta garantirà moltitudini di nuovi adepti. Nel disco sono presenti diversi ospiti, dal fratello Owen a membri di Califone, Ugly Casanova ed altri esponenti della scena di Chicago. . . _…__….
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