20.2.03

Ripescaggi: Rita Lee - Aqui, Ali, Em Qualquem Lugar

Che bisogno c’è di intervenire su qualcosa che è già perfetto?
Alla fine degli anni sessanta un manipolo di artisti cercò di rivoluzionare la musica popolare brasiliana. Con un occhio verso le radici e l’altro verso la nuova musica del vecchio mondo, forzarono gli schemi classici e definirono un’estetica che è arrivata fino a noi. Gli Os Mutantes erano i più giovani ed irriverenti. Cucivano psichedelia e rock sulle melodie perfette della bossa, sconvolgendo i puristi e rappresentando quei giovani che sognavano Carnaby Street e Camden.
Rita Lee era una di loro, la ragazza del clan. Nel 72 però li abbandonò e si dedicò alla sua carriera solista. Come in ogni situazione simile circolavano due versioni a riguardo. Rita diceva di avere abbandonato il gruppo perché non si riconosceva nella direzione progressive rock imposta dagli altri membri della band. I mutanti sostenevano di averla mandata via perché non sapeva suonare abbastanza bene. Da allora la carriera di Rita Lee ha avuto alti e bassi, più virata verso un pop facile che le regalò successi da classifica in patria. Negli ultimi tempi, grazie alla riscoperta dei Mutantes e alla partecipazione ad Acustico di MTV Brasil, i riflettori sono tornati ad accendersi su di lei anche fuori dal suo paese.
Mettiamo insieme tutti questi elementi e viene fuori un disco di cui non si è parlato molto l’anno scorso. Rita Lee canta i Beatles. Che novità, direte, l’hanno già fatto tutti. Pensate per un attimo però alla miscela esplosiva che poteva uscire dalle armonie perfette dei Beatles e della bossa nova. Rita non si voleva limitare a questo. Voleva tradurre in portoghese tutte le canzoni che aveva scelto, aggiungendo anche il tocco assassino della musicalità della sua lingua. Quei cattivoni degli editor le hanno però messo i bastoni tra le ruote e soltanto dopo estenuanti negoziazioni è riuscita a scucire il permesso per soli quattro pezzi. Il resto lo ha dovuto cantare nel suo inglese da “confederada”.
Sono proprio le canzoni in portoghese quelle che spiccano: “Aqui, Ali, Em Qualquem Lugar”, “Minha Vida”, “Pra Você Eu Digo Sim” pur non tradendo gli originali trovano una nuova bellezza negli elementi che le costituiscono. “A Hard Day’s Night” è il pezzo che poteva ricordare il passato nei Mutantes: una samba upbeat ed elettrica, rovinata soltanto da un assolo di chitarra piuttosto convenzionale. Similmente ritmate sono “Tudo Por Amor” e “I Want To Hold Your Hand”, anche se quest’ultima deve di più al forró del nord-est brasiliano. La romantica bossa nova di “All My Loving” vendica la violenza a cui la sottoposero i Gipsy Kings. Ancora buona “She Loves You”. Piuttosto deludenti invece sono l’eterea “Lucy In The Sky With Diamonds” e “With A Little Help From My Friends”. “Michelle” è abbastanza convenzionale. Completano il cd le canzoni prima in portoghese, ricantate con le liriche originali, delle quali si poteva fare tranquillamente a meno.
Quella di Rita Lee è una sfida ai luoghi comuni quasi riuscita. Non diversa dalla sua vita artistica caratterizzata da una volontà innovativa e improvvisi passi indietro, ma con una grande lezione: niente è intoccabile.