Music of the future, music of the past
Non ricordo se qualcun altro ha già parlato di questa storia. Nel 1979 L.A. Weekly dedicò un suo numero al futuro 2002. Alla fine del 2002 il giornale ha riproposto alcuni di quegli articoli, un po’ per vedere quante profezie si sono avverate, un po’ perché era una settimana di festa e non avevano voglia di lavorare. Uno degli articoli era intitolato “Future Sounds” e conteneva le scommesse degli addetti ai lavori. Rispetto ad altri, che ci immaginavano intenti al revival degli anni 80 nella nostra bella colonia spaziale, questi si sono mantenuti sul vago e hanno quasi indovinato. Per esempio, Phil Everly degli Everly Brothers ha previsto il bastard pop, Steve Diamond ha sbagliato soltanto di qualche anno, John Kurnick ha fatto il fighetto citando un film che non riesco ad individuare (Franco e Ciccio?), Lee Quarnstrom ha previsto il mio interesse per i gruppi coi nomi strani, Sol Cooperson ha posto le basi per il “partito della felicità” e soprattutto Minnie Ripperton ha detto che non sarebbe cambiato niente.