1.7.04

Basta-r&d p-hop vs LuShy InDie

In queste righe vi siete sorbiti il bastard-pop in tutte le salse. Fin dal secondo giorno (a propois, che tenerezza me quando nomino le Peaches – è plurale, no?) si è seguito con divertito interesse un fenomeno che di per sé si è prestato a tutti gli usi possibili e in-immaginabili, dalla parodia della canzone di protesta fino all’accessorio coordinato col template. Da giovane ornitorinco del bastardpop non mi sono e-sim-to dal produrre, insieme a validi, pinktronici e domenicali compari più bravi di me, sgangherati miscugli di infimo livello sonoro che mi sono valsi anche un indieblog award. Il b-pop è stato coccolato (da Beck ai Flaming Lips passando per Syria), istituzionalizzato (i migliori della scena lavorano per MTV) e serializzato (si sprecano i quotidiani mix di due dischi interi, canzone per canzone). Il bastard pop è (o era?) un po’ come il pongo.
E arriviamo così a Loser: Re-Login - re{boot}leg music, quarto capitolo del progetto Loser, My Religion, musica inedita liberamente scaricabile in rete, per dirla in due parole. Il bastard-pop applicato al catalogo LMR. Sono stati chiamati nomi importanti della scena mondiale (Dsico, Daz Automatic, Jools MF e MixMaster) e alcuni italiani electronici e non (Dj DeNeo, Pinktronix, Mouse & The Sequencers e Giardini di Mirò). Manca uno dei miei preferiti Mc Sleazy, ma la curiosità era tanta: chissà se i b-dj avranno scelto i pezzi o avranno ricevuto direttamente i campioni, chissà come gli stranieri tratteranno le parti cantate, cosa prenderanno e per quale motivo.
Il risultato è alterno dal punto di vista musicale e in una compilation questo ci può anche stare. Per una Sole Al Porto di Daz Automatic, una specie di mojito di Almamegretta, c’è fortunatamente la house profonda di Pinktronix che inclina l’asse dei Perturbazione, trattando la voce in frammenti alla maniera di Poj Masta. Per una Modulations dei Subsonica di Dsico, che quando asseconda la generazione automatica del suo finto sintetizzatore combina quasi solo danni, c’è un’accoppiata di tappeti indiani da ballo, fatta di disordini semplificati e variazioni ritmiche screamate, quella di Jools MF e Mixmaster. Per una convenzionale notwistata dei GdM sui Perturbazione, c’è una elaborata notwistata di DJ DeNeo sui Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo + innumerevoli altri.
Come altri però hanno notato il bastard-pop non c’è, quasi. Non c’è il lato pop, quello smaccatamente ludico fatto di riconoscimento grasso e citazione incolta e filoillogica. Non c’è il lato bastardo, quello che punta a dissacrare e a contrapporre tessuti in maniera improponibile, forse tentato solo nel caso Pinktronix, anche se in maniera più elegante del solito. Non c’è il b-pop per gli ovvi motivi legali, ma non c’è forse anche perché i grandi del genere, eccezione fatta per i Soulwax/2 Many DJs, hanno cominciato a proporsi come remixatori, rifuggendo l’ormai consunta estetica delle due tracce sovrapposte (per monetizzare finalmente l’esperienza nei bassifondi della rete?). Il b-pop è certo andato sempre a braccetto con il revival elettronico anni80 e con le contaminazioni tra pop/rock ed elettronica, ma il dubbio che qui si tratti più di remix o di fini rapporti di gruppo è forte. A parte questo, non si disdegna l’ascolto e in certi casi il ballo, a patto che non dobbiamo trovare un altro nome per quello che sentiamo.